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Migranti, da sempre. L’evoluzione del fenomeno migratorio umano tra biologia e cultura

02 marzo 2017

ore 15 - Scuola Superiore di Studi Umanistici – via Marsala 26, Sala Rossa

Telmo Pievani - Università di Padova

Ciclo di seminari “Natura e scienze umane”

Migranti, da sempre. L’evoluzione del fenomeno migratorio umano tra biologia e cultura
Le popolazioni del genere Homo sono mobili ed espansive da due milioni di anni. Ripetutamente, in più ondate, sono partite dall’Africa orientale e si sono diffuse in tutta l’Eurasia. Migrare è stata la nostra strategia adattativa per far fronte ai cambiamenti climatici e a sua volta ha cambiato il nostro modo di relazionarci con l’ambiente. Il nostro è un cervello plastico, da migranti. L’ultima specie a uscire dall’Africa siamo stati noi, Homo sapiens, e di nuovo a più riprese, come se fosse una coazione a ripetere. Migrando in Eurasia, e poi in Australia e nelle Americhe, siamo diventati planetari, ma non eravamo soli. Altri umani abitavano il mondo. Li abbiamo incontrati e abbiamo interagito con loro. Fino a cinquanta millenni fa la Terra era abitata da almeno quattro specie umane, una storia plurale che nessuno aveva immaginato. Poi siamo rimasti soli, in concomitanza di un’ultima, cruciale e alquanto misteriosa migrazione fuori dall’Africa, cominciata circa 60mila anni fa. Dunque migrare fa parte della nostra “natura”? La domanda rischia di essere mal posta. L’evoluzione del fenomeno migratorio umano e gli eventi che ci hanno portato a essere gli unici umani sopravvissuti sulla Terra scardinano alla base la presunta contrapposizione tra natura e cultura. Le nature umane sono molteplici e la cultura è oggi considerata dagli evoluzionisti un fattore di cambiamento indispensabile per comprendere la stessa biologia umana.