Opera in contesti caratterizzati da differenze culturali e religiose al fine di promuovere processi di integrazione.
• facilita la comunicazione interculturale e interreligiosa nell’ambito dei servizi alla persona;
• promuove l’integrazione sociale di migranti e di altre categorie sociali soggette a processi di marginalizzazione, attraverso l’individuazione dei problemi e l’ elaborazione di strategie per la loro risoluzione.
L’ operatore interculturale per acquisire maggiore autonomia e livelli di responsabilità nella professione può accedere a Corsi di Studio magistrali (appartenenti, ad esempio, alle classi LM-1, LM-36 e LM-84) così come a Master di I livello, in Italia e all’estero.
La figura professionale dell’operatore interculturale:
• è in grado di offrire consulenze in merito a problemi che emergono in contesti interculturali;
• è in grado di offrire consulenze a enti locali e imprese in merito ai problemi derivanti dalle differenti appartenenze religiose degli attori sociali;
• sa operare nell'organizzazione e nella gestione di attività di promozione culturale che prevedono l'analisi di documenti storici e la conoscenza delle problematiche storiche, culturali e linguistiche delle civiltà orientali;
• è in grado di utilizzare almeno una lingua europea ed eventualmente una lingua extraeuropea.
- enti e associazioni che offrono servizi pubblici e alla persona (servizi socio- sanitari, scuole, carceri ecc.)
- cooperative private sociali, enti religiosi e filantropici.
Si occupa della catalogazione di beni demoetnoantropologici e di manufatti artistici extraeuropei; può inoltre affiancare la figura del curatore d’area nelle attività relative all’esposizione e alla valorizzazione del patrimonio artistico e culturale.
• si dedica alla sistemazione e all’organizzazione di beni demoetnoantropologici e di manufatti artistici extraeuropei in esposizioni museali, mostre ed eventi correlati;
• si occupa della catalogazione di beni demoetnoantropologici e di manufatti artistici extraeuropei;
• collabora all’ideazione e alla realizzazione di mostre ed eventi relativi alla valorizzazione del patrimonio materiale e immateriale;
• si occupa della valutazione commerciale di beni demoetnoantropologici in sede di mercato delle opere d’arte.
Il tecnico dei musei per acquisire maggiore autonomia e livelli di responsabilità nella professione può accedere a Corsi di Studio magistrali (appartenenti, ad esempio, alle classi LM-1, LM-36 e LM-84) così come a Master di I livello, in Italia e all’estero.
La figura professionale del tecnico dei musei:
• è in grado di catalogare, organizzare e sistemare beni di interesse demoetnoantropologico e artistico;
• è in grado di operare con beni di interesse demoetnoantropologico alla luce degli esiti del dibattito etico e metodologico relativo alla loro gestione.
• sa operare nel campo della comunicazione interculturale alla luce del dibattito teorico ad essa relativo.;
• è in grado di usare almeno una lingua europea ed eventualmente una lingua extraeuropea.
• musei pubblici e privati;
• enti e istituzioni operanti nella valorizzazione del patrimonio artistico e culturale;
• gallerie d’arte e collezioni private.
Opera nell’ambito della promozione del patrimonio culturale e si occupa di pianificare le attività legate al turismo culturale e alla valorizzazione dei beni demoetnoantropologici.
• svolge l’attività di accompagnatore culturale presso musei e siti di interesse storico-artistico, demoetnoantropologico, e religioso;
• collabora alla costruzione di itinerari ed eventi di interesse culturale e storico-artistico;
• svolge il ruolo di accompagnatore nel campo del turismo culturale.
L’esperto della fruizione del patrimonio culturale per acquisire maggiore autonomia e livelli di responsabilità nella professione può accedere a Corsi di Studio magistrali (appartenenti, ad esempio, alle classi LM-1, LM-36 e LM-84) così come a Master di I livello, in Italia e all’estero.
La figura professionale dell’esperto della fruizione del patrimonio culturale:
• è in grado di riconoscere e interpretare il patrimonio materiale e immateriale degli ambiti culturali di sua competenza, anche in rapporto ai processi storici alla base della sua formazione.
• sa operare nella valorizzazione del patrimonio materiale e immateriale alla luce degli esiti del dibattito teorico-critico ad essa relativo;
• è in grado di usare almeno una lingua europea ed eventualmente una lingua extraeuropea.
• agenzie ed enti che operano nel campo del turismo culturale;
• enti nazionali e internazionali impegnati nelle attività di promozione, salvaguardia e valorizzazione del patrimonio materiale e immateriale.
Dà accesso agli studi di secondo ciclo (laurea specialistica/magistrale) e master universitario di primo livello.