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8834 - Acquacoltura e igiene delle produzioni ittiche
La figura professionale è in grado di svolgere attività operative e gestionali nei diversi settori dell’acquacoltura e maricoltura.
Il tecnico della gestione produttiva e sanitaria di impianti di acquacoltura ha competenze per:
- gestire gli aspetti ambientali, tecnici, igienico-sanitari ed economici delle imprese di acquacoltura e maricoltura anche per mezzo di sistemi innovativi produttivi nel rispetto del benessere animale;
- condurre e gestire avannotterie e allevamenti ittici d’acqua dolce, salmastra e valliva, intensivi, estensivi e biologici;
- gestire gli animali acquatici mantenuti in ambienti confinati a scopo ricreativo;
- individuare la presenza di malattie, patologie e tecnopatie negli animali acquatici allevati e mantenuti in ambiente confinato;
- applicare misure di biosicurezza per la prevenzione ed il controllo delle malattie trasmissibili degli animali acquatici, anche in riferimento alla normativa vigente;
- affrontare le principali problematiche relative alla gestione aziendale, anche di tipo economico, con competenze di problem solving.
Per ottenere maggiore autonomia e qualificazione in tale ruolo professionale è possibile acquisire ulteriori competenze attraverso percorsi formativi post-lauream.
Oltre alle necessarie competenze tecniche nell’ambito delle tecnologie produttive, nonché del settore igienico-sanitario e legislativo, la figura professionale deve possedere le seguenti competenze trasversali:
- senso critico, capacità di utilizzare il ragionamento deduttivo nell’applicare regole generali a problemi particolari;
- capacità di risoluzione di problemi: sa raccogliere le informazioni utili a valutare le possibili opzioni, identificare cause ed effetti;
- capacità di analisi e senso critico;
- competenze trasversali di tipo organizzativo-gestionale e di programmazione, in accordo con il livello di autonomia e responsabilità assegnato in relazione ai principali interlocutori (colleghi, altre figure professionali e clienti pubblici e/o privati)
- accuratezza e precisione, organizzazione e gestione del tempo ed autocontrollo.
Dipendente o consulente o libero professionista* in:
- aziende agro-zootecniche del settore ittico (es. avannotterie, allevamenti estensivi, intensivi e biologici, serre ittiologiche, parchi espositivi, ecc.)
- associazioni ed enti pubblici territoriali (regioni, province, comuni, comunità montane e isolane) per piani di ripopolamento ittico o stesura di carte ittiche;
- organizzazioni pubbliche o private, come laboratorista per il controllo di mangimi e delle materie prime destinate all’alimentazione degli animali acquatici;
- attività presso laboratori diagnostici e di ricerca di enti pubblici e privati operanti nell’ambito della sanità degli organismi acquatici;
- aziende produttrici di attrezzature ed impiantistica per il settore dell’allevamento ittico;
- parchi acquatici espositivi e serre ittiologiche di animali acquatici allevati e commercializzati a scopo ornamentale.
*Dopo aver sostenuto l’esame di abilitazione nazionale è possibile iscriversi al Collegio Nazionale degli Agrotecnici e Agrotecnici Laureati, utile ai fini dell’esercizio della libera professione.
La figura professionale opera come tecnico nelle aziende di produzione, trasformazione e commercializzazione dei prodotti ittici.
Il tecnico di qualità e igiene dei prodotti ittici ha competenze per:
- valutare l’influenza delle tecniche di allevamento ed in particolare di nutrizione e alimentazione sulla qualità delle produzioni ittiche;
- valutare la qualità organolettica, anche mediante analisi sensoriale, dei prodotti ittici;
- effettuare analisi di laboratorio finalizzate alla valutazione delle caratteristiche organolettiche e microbiologiche dei prodotti ittici;
- applicare sistemi di gestione della sicurezza alimentare quali buone pratiche igieniche, buone pratiche di lavorazione e piani di autocontrollo presso stabilimenti di produzione e mercati ittici, in osservanza delle normative vigenti;
- operare come buyer in aziende che commercializzano prodotti ittici, sia selvatici che allevati;
- operare in aziende di acquacoltura e/o conservazione e trasformazione di prodotti ittici che applicano sistemi innovativi e che gestiscono i processi nell’ambito di un Sistema Qualità;
- affrontare le principali problematiche relative alla gestione aziendale, anche di tipo economico, con competenze di problem solving.
Per ottenere maggiore autonomia e qualificazione in tale ruolo professionale è possibile acquisire ulteriori competenze attraverso percorsi formativi post-lauream.
Oltre alle necessarie competenze tecniche associate alla qualità ed all’igiene dei prodotti ittici, la figura professionale deve possedere le seguenti competenze trasversali:
- senso critico, capacità di utilizzare il ragionamento deduttivo nell’applicare regole generali a problemi particolari;
- capacità di risoluzione di problemi: sa raccogliere le informazioni utili a valutare le possibili opzioni, identificare cause ed effetti;
- capacità di analisi e senso critico;
- competenze trasversali di tipo organizzativo-gestionale e di programmazione, in accordo con il livello di autonomia e responsabilità assegnato in relazione ai principali interlocutori (colleghi, altre figure professionali e clienti pubblici e/o privati)
- accuratezza e precisione, organizzazione e gestione del tempo ed autocontrollo.
Dipendente o consulente o libero professionista*:
- aziende del settore agro-alimentare del settore ittico che si occupano di produzione, conservazione, trasformazione e commercializzazione dei prodotti ittici;
- aziende di produzione e stabilimenti di depurazione dei molluschi bivalvi;
- aziende fornitrici di servizi analitici, auditing e consulenze nei diversi settori della produzione, lavorazione e commercializzazione dei prodotti ittici;
- enti pubblici o privati operanti nel settore della sicurezza alimentare, con riferimento ai prodotti ittici.
*Dopo aver sostenuto l’esame di abilitazione nazionale è possibile iscriversi al Collegio Nazionale degli Agrotecnici e Agrotecnici Laureati, utile ai fini dell’esercizio della libera professione.