La laurea magistrale forma figure professionali capaci di operare con successo nella realtà fortemente internazionalizzata dei settori industriali di riferimento, che, oltre all’industria chimica e petrolchimica, comprendono l’industria petrolifera, energetica, alimentare e biotecnologica, dei materiali, e farmaceutica.
I laureati in Ingegneria Chimica hanno una elevata capacità di innovazione e le competenze per operare con successo nei settori della progettazione, della gestione operativa, del controllo, della sicurezza e della tutela ambientale di impianti, sistemi e servizi industriali.
Sono poi aperte ai laureati possibilità di lavoro nella ricerca e sviluppo industriale, in particolare in relazione ai processi innovativi, ai materiali, all’ambiente ed alla sicurezza.
Le prospettive occupazionali in generale sono molto buone, almeno nell’attuale situazione del mercato del lavoro (il tasso di occupazione ad un anno dei Laureati Magistrali in Ingegneria Chimica e di Processo a Bologna è pari al 93.8%).
Sbocchi lavorativi diretti
Laureati in ingegneria chimica operano in aziende quali
- Eni, Saipem, Erg, Shell, ENEL, BASF, Renco, Bonatti, Tozzi Sud
- Lyondellbasell, Solvay, Versalis, DOW
- Procter and Gamble, Novartis, Biochemtex, BioOn,
- Novartis, Pfizer
- Cargill, Granarolo.
- Kerakoll, Mapei, SACMI
- Gruppo HERA, aziende municipalizzate locali, enti locali o pubblici, enti europei
- IMA, GD
- Philip Morris International, GEA refrigeration
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Formazione ulteriore e professionalizzante
E’ possibile proseguire la formazione verso figure professionali di alta specializzazione e con un profilo marcatamente internazionale. In questo contesto l’Università di Bologna offre:
Eventi di recruiting, servizio Unibo di Job Placement e orientamento al lavoro
https://almaorienta.unibo.it/laureati
https://eventi.unibo.it/careerday
L’Ingegnere Chimico formato nella laurea magistrale è una figura professionale di alta specializzazione che opera nello sviluppo, pianificazione, progettazione o gestione operativa di impianti, sistemi, processi o servizi in vari settori industriali. I principali settori industriali di riferimento sono quello chimico, petrolifero, farmaceutico, alimentare, biotecnologico e dei materiali.
L’Ingegnere Chimico può anche operare nella ricerca e sviluppo industriale, in particolare in relazione ai processi innovativi ed alle nuove tecnologie, ai materiali, all’ambiente ed alla sicurezza.
Solo per alcune tipologie di attività, quando svolte in regime libero-professionale, può essere richiesto il superamento dell’esame di stato per l’abilitazione alla professione di ingegnere e l’iscrizione alla sezione specifica dell’albo degli ingegneri.
Tra le principali attività svolte dall’Ingegnere Chimico è possibile identificare le seguenti:
• coordina e gestisce l'attività di sviluppo di processi produttivi e di trasformazione
• coordina e gestisce la progettazione di impianti per l'industria di processo e per la produzione di energia
• esegue la progettazione e la modellazione funzionale di apparecchiature e impianti per l'industria di processo
• supervisiona la conduzione di impianti industriali per produzioni chimiche, biotecnologiche, biochimiche, dell'industria alimentare, farmaceutiche, per la produzione, distribuzione e impiego di combustibili, di energia e per il trattamento di acque reflue e rifiuti
• progetta e gestisce impianti per il disinquinamento, per il trattamento dei fumi, per lo smaltimento dei rifiuti, per la depurazione acque e per la bonifica di suoli inquinati
• esegue la progettazione di sistemi di controllo per processi di trasformazione
• conduce analisi di rischio per processi e impianti per la trasformazione delle materie prime e per attività industriali in genere
• conduce il lavoro di ricerca per l'innovazione dei processi di trasformazione, sia chimici che biotecnologici, anche progettando e organizzando prove sperimentali su scala di laboratorio e scala pilota.
E’ evidente che opportunità di crescita professionale, di specializzazione, di ampliamento delle competenze e delle responsabilità professionali in specifici settori dell’industria di processo, caratterizzata da una forte componente innovativa, potranno essere potenziate integrando la formazione attraverso dottorati di ricerca o master professionalizzanti.
Tra le principali competenze dell’ingegnere chimico possono essere elencate le seguenti:
• approfondita conoscenza degli aspetti teorico-scientifici della matematica e delle altre scienze di base finalizzate all’interpretazione e descrizione dei problemi dell'ingegneria;
• approfondita conoscenze negli ambiti disciplinari della termodinamica, della fluidodinamica, dei fenomeni di trasporto e delle operazioni unitarie;
• approfondita conoscenza degli aspetti di progettazione e dimensionamento di apparecchiature ed impianti di processo
• approfondita conoscenza delle problematiche ambientali e di sicurezza relative alla progettazione e conduzione di processi
• conoscenze relative alla strumentazione industriale ed al controllo di processo
• conoscenza di processi e produzioni industriali in settori convenzionali (chimica, petrolchimica, oil&gas) ed innovativi (biotecnologie, materiali)
• conoscenze nel campo dell'organizzazione aziendale e della gestione dei progetti
• capacità di identificare, formulare e risolvere anche in modo innovativo, problemi complessi o che richiedono un approccio interdisciplinare;
• capacità di ideare, pianificare, progettare e gestire sistemi, processi e servizi complessi e/o innovativi;
• capacità di auto-apprendimento e di aggiornamento continuo
• capacità comunicativo-relazionali ed organizzativo - gestionali
• conoscenze di contesto e capacità trasversali.
Tra i principali sbocchi professionali degli ingegneri chimici possono essere elencati i seguenti:
• aziende petrolifere
• aziende petrolchimiche
• aziende chimiche
• aziende energetiche
• aziende biotecnologiche
• aziende alimentari
• aziende farmaceutiche
• aziende di produzione di materiali
• società di ingegneria
• società di consulenza nei settori ambientale e della sicurezza
• imprese manufatturiere
• laboratori industriali
• servizi tecnici di Pubbliche Amministrazioni o corpi dello Stato.
L’Ingegnere Biotecnologico formato nella laurea magistrale è una figura professionale di alta specializzazione che opera nello sviluppo, pianificazione, progettazione o gestione operativa di impianti, sistemi, processi o servizi in vari settori industriali, caratterizzati dall’impiego di biotecnologie. I principali settori industriali di riferimento sono quello biochimico, farmaceutico, alimentare, e biotecnologico.
L’Ingegnere Biotecnologico può anche operare nella ricerca e sviluppo industriale, in particolare in relazione ai processi biotecnologici innovativi.
Solo per alcune tipologie di attività, quando svolte in regime libero-professionale, può essere richiesto il superamento dell’esame di stato per l’abilitazione alla professione di ingegnere e l’iscrizione alla sezione specifica dell’albo degli ingegneri.
Tra le principali attività svolte dall’Ingegnere Biotecnologico è possibile identificare le seguenti:
• coordina e gestisce l'attività di sviluppo di processi produttivi biotecnologici
• coordina e gestisce la progettazione di impianti biotecnologici per l'industria alimentare, farmaceutica e delle nuove tecnologie energetiche
• esegue la modellazione e la progettazione funzionale e costruttiva di apparecchiature e impianti per l'industria biotecnologica ed alimentare
• supervisiona la conduzione di impianti industriali per produzioni biotecnologiche, biochimiche, dell'industria alimentare, farmaceutiche, di bioenergie e per il trattamento di acque reflue e rifiuti
• progetta e gestisce impianti per il disinquinamento attraverso biotecnologie, per lo smaltimento dei rifiuti, per la depurazione acque e per la bonifica di suoli inquinati
• conduce analisi di rischio per processi e impianti biotecnologici
• conduce il lavoro di ricerca per l'innovazione dei processi di trasformazione biotecnologici, anche progettando e organizzando prove sperimentali su scala di laboratorio e scala pilota.
E’ evidente che opportunità di crescita professionale, di specializzazione, di ampliamento delle competenze e delle responsabilità professionali in specifici settori dell’industria di processo, caratterizzata da una forte componente innovativa, potranno essere potenziate integrando la formazione attraverso dottorati di ricerca o master professionalizzanti.
Tra le principali competenze dell’ingegnere biotecnologico possono essere elencate le seguenti:
• conoscenza degli aspetti teorico-scientifici della matematica, della biochimica e delle altre scienze di base finalizzate all’interpretazione e descrizione dei problemi dell'ingegneria applicata alle biotecnologie;
• approfondita conoscenze negli ambiti disciplinari della termodinamica, della fluidodinamica, dei fenomeni di trasporto e delle operazioni unitarie;
• approfondita conoscenza degli aspetti di progettazione e dimensionamento di apparecchiature ed impianti di processo
• approfondita conoscenza delle problematiche ambientali e di sicurezza relative alla progettazione e conduzione di processi
• conoscenze relative alla strumentazione industriale ed al controllo di processo
• conoscenza di processi e produzioni nei settori delle biotecnologie
• conoscenze nel campo dell'organizzazione aziendale e della gestione dei progetti
• capacità di identificare, formulare e risolvere anche in modo innovativo, problemi complessi o che richiedono un approccio interdisciplinare;
• capacità di ideare, pianificare, progettare e gestire sistemi, processi e servizi complessi e/o innovativi;
• capacità di auto-apprendimento e di aggiornamento continuo
• capacità comunicativo-relazionali ed organizzativo-gestionali
• conoscenze di contesto e capacità trasversali.
Tra i principali sbocchi professionali degli ingegneri biotecnologici possono essere elencati i seguenti:
• aziende chimiche
• aziende energetiche
• aziende biotecnologiche
• aziende alimentari
• aziende farmaceutiche
• società di consulenza nei settori ambientale e della sicurezza
• laboratori industriali.