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Laboratorio di Geofisica per l'archeologia

2 CFU

Responsabile scientifico: Federica Boschi, con la collaborazione del dott. Giuseppe Guarino e del dott. Enrico Zampieri.

Periodo: 26-30 maggio 2025 (orari da definire).

Modalità di erogazione: in presenza.

N. studenti ammessi: 6

Mail: federica.boschi5@unibo.it

Per partecipare all’attività di laboratorio: si ritiene condizione preferenziale aver frequentato per l’a.a. 2024/2025 l’insegnamento di Geofisica applicata all’archeologia (ACMA) oppure di Archaeological Landscapes (per il curriculum ACRA). Il laboratorio è aperto a studenti di entrambi i curricula, e sarà erogato in duplice lingua italiano/inglese.

Obiettivi

il laboratorio è finalizzato all’apprendimento degli aspetti pratici e tecnici alla base della pianificazione e dell’esecuzione di un’indagine geofisica in un sito archeologico, in tal caso favorito dall’impiego di strumentazione specialistica e di software di elaborazione dedicati. L’esperienza intende fornire ai partecipanti la possibilità di affrontare l’intero processo di prospezione non invasiva, dalle operazioni preliminari di costruzione dell’area di lavoro, all’acquisizione strumentale dei dati (integrata da attività di rilievo topografico e di ground truthing al suolo) all’elaborazione e restituzione dei risultati.  

Programma

il laboratorio prevede circa 25 ore di attività pratica che si svolge in parte nell’aula informatica al piano interrato (Laboratorio di Topografia) del Dipartimento di Storia Culture Civiltà (plesso di San Giovanni in Monte) e in parte sul campo nell’area archeologica della città di Claterna (Ozzano dell’Emilia, Bologna) in collaborazione con la SABAP-BO.

Il programma del laboratorio offre agli studenti partecipanti un’esperienza intensiva di progettazione, esecuzione e restituzione di un’indagine archeologica non invasiva, utilizzando tecniche e strumenti di prospezione geofisica del sottosuolo. Nei 5 giorni di attività viene affrontato e completato un percorso, che parte con le pratiche di impostazione e di rilievo sul campo delle griglie per l’acquisizione delle misure, con strumentazione topografica, muove poi all’acquisizione delle misure con gli strumenti di prospezione geofisica più utilizzati in archeologia – georadar e magnetometro – e si chiude con l’elaborazione dei dati acquisiti, la loro georeferenziazione ed editing in ambiente GIS. L’esperienza punta anche all’integrazione con altre tecniche non invasive, come fotografia aerea e da drone, e all’analisi combinata dei relativi prodotti. 

Al termine dell’attività gli studenti acquisiscono consapevolezza e autonomia nel lavoro sul campo, dalla pianificazione fino all’esecuzione di un’indagine, e si confrontano con le strategie e gli approcci da adottare in rapporto alle specificità dei contesti, sulle modalità pratiche di realizzazione e sulle caratteristiche dei risultati ottenibili.

Bibliografia

S. Campana, S. Piro (eds.). Seeing the Unseen. Geophysics and landscape archaeology. CRC Press 2009.

J. Gather, C. Gaffney. Revealing the buried past. Geophysics for archaeologists. Stroud 2003.

F. Boschi. Archeologia senza scavo. Geofisica e indagini non invasive. Bononia University Press 2020.