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6055 - Scienze e tecnologie per la sostenibilità ambientale
Un titolo di studio nel settore delle scienze ambientali, come la laurea magistrale in Scienze e Tecnologie della Sostenibilità Ambientale, offre molte opportunità di lavoro, sia nel settore pubblico che privato. Si tratta infatti di studi che preparano professionisti versatili e polivalenti grazie alla padronanza del metodo scientifico e alla capacità di utilizzare metodologie innovative ed attrezzature complesse.
Gli impieghi in ambito pubblico riguardano le mansioni svolte istituzionalmente :
dalle Amministrazioni pubbliche centrali, quali ad esempio il Ministero dell'Ambiente, l'ANPA, il Ministero delle Politiche agricole e Forestali, il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca e il Ministero della Salute;
dalle Amministrazioni locali quali Regioni, Province, Comuni e ARPA.
Molti sono gli sbocchi professionali offerti dalle industrie private di dimensioni medio-grandi, dove ci si può occupare di ecoaudit, ecolabel, controllo qualità, sicurezza e produzione ecosostenibile.
Nelle aziende impegnate nel settore ambientale sono invece richieste figure professionali preparate per svolgere mansioni connesse al monitoraggio ambientale (aria, acqua, suolo), alla depurazione e potabilizzazione delle acque, alla gestione e allo smaltimento dei rifiuti.
Infine, nelle aziende di gestione territoriale, sono richiesti operatori in grado di gestire Sistemi Informativi Territoriali e cartografia tematica.
I lavoratori autonomi svolgono attività di consulenza per la piccola impresa in ampi settori che spaziano dalla sicurezza sul lavoro, alla normativa comunitaria, all'igiene industriale, alla valutazione di impatto ambientale.
È possibile impegnarsi in attività di ricerca presso enti centrali quali CNR, INGV, ENEA e l'Università stessa.
RUOLO Il tecnico e il consulente tecnico ambientale (TECNICI AMBIENTALI ADDETTI IN AZIENDA, IMPIEGATI IN ENTI PUBBLICI E CONSULENTI TECNICI AMBIENTE-ENERGIA-RIFIUTI E ASPETTI TERRITORIALI) svolge specifiche funzioni di supporto tecnico/operativo per l’analisi e la gestione di aspetti ambientali quali, ad esempio, rifiuti, scarichi/emissioni, risparmio energetico, rumore, inquinamento dei diversi comparti ambientali, altri rilievi e misure a carattere locale e territoriale. Si occupa di acquisizione, trattamento, reporting e comunicazione dei dati raccolti sul campo con relativa valutazione di conformità della normativa vigente, in processi, impianti, aree protette incluse le marino-costiere (es. messa in sicurezza, bonifiche, verifiche di ottemperanza), occupandosi anche della progettazione delle attività di monitoraggio, campionamento, e dell’organizzazione dell’acquisizione e trattamento dei dati ambientali anche attraverso analisi di laboratorio. Si occupa di accertamenti ambientali e redige rapporti tecnici con cui propone anche soluzioni e strategie per ridurre i danni, mitigare gli impatti derivanti da emissioni/scarichi, incrementare il risparmio energetico, ridurre i consumi. Utilizza con competenza di strumenti di misura di fenomeni ambientali (es.: rumore, inquinamento, dispersione energetica, ecc.) e di supporto operativo idonei al compito (GIS, remote sensing, database management, modelli analitici e/o numerici, ecc.). Oltre a queste funzioni generiche, le funzioni di tecnici e consulenti ambientali possono riguardare nello specifico: - monitoraggio e controllo sulle attività di bonifica ambientale; - analisi e monitoraggio ambientale (incluso in ambito marino costiero); - controllo di aree marine costiere protette.
Per lo sviluppo delle funzioni descritte, la laureata/o magistrale votato alla carriera del tecnico e consulente tecnico ambientale è stato preparato per: - comprendere e interpretare fenomeni ambientali all’interfaccia tra idrosfera, pedosfera, biosfera, atmosfera e unità complesse - comprendere e interpretare i processi costieri e determinare l’impatto delle attività umane sulla costa e le risorse idriche - impostare la misura di dati ambientali - progettare e condurre campionamenti e/o l’acquisizione di dati ambientali da database, sistemi informativi geografici, geoportali - anticipare la selezione dei parametri di misura in funzione del trattamento statistico, del valore di incertezza e del posizionamento della misura nel campo delle rilevazioni prescritte dalla normativa - valutare lo sforzo (impiego di personale e mezzi) relativo al progetto di campionamento e rilevazione - utilizzare modelli di simulazioni per anticipare la dispersione degli inquinanti in atmosfera - rappresentare condizioni ambientali, pressioni sull’ambiente, impatti e vulnerabilità attraverso sistemi informativi territoriali - integrare conoscenze sulla qualità ambientale sulla base delle misure effettuate e delle informazioni disponibili del contesto ambientale - interpretare in modo critico ed impostare autonomamente relazioni sulla qualità ambientale - utilizzare tecnologie avanzate, come l'uso di droni, sensori ambientali e modellazione computazionale, per migliorare la comprensione e la gestione delle risorse costiere e idriche - collaborare allo sviluppo di tecniche e tecnologie relative a sistemi produttivi e processi che riguardano, ad esempio, la produzione di rifiuti, la gestione di emissioni atmosferiche, la progettazione di materiali, sostanze e processi alternativi Oltre alle competenze sopra descritte, l'esperto è stato orientato/preparato a sviluppare : - autonomia, iniziativa, capacità di integrazione ed intuizione; - propensione per il continuo aggiornamento delle conoscenze; - elevata capacità organizzativa; - capacità di coordinamento di attività e persone; - capacità di inserirsi in contesti internazionali. Inoltre, è in grado di lavorare in gruppo interdisciplinare e di relazionarsi ed interagire con altri laureati ad es. in giurisprudenza, statistica, economia e commercio, ingegneri, biologi, geologi, chimici.
L’attività è svolta in ambito privato prevalentemente nelle grandi imprese anche a forte internazionalizzazione (es. energia; chimica industriale di base) o in studi/società di consulenza o come consulente in libera professione oppure nel pubblico come, ad esempio, in enti pubblici a carattere territoriale (es. Comuni, Regioni, Autorità di Bacino, ecc.) agenzie di prevenzione, protezione e controllo (es: ARPA, Aziende Sanitarie) e in enti di vigilanza e forze dell’ordine che utilizzano questa figura per la verifica degli standard ambientali. Come liberi professionisti sono lavoratrici/lavoratori autonomi. In enti pubblici a carattere territoriale sono dipendenti dei servizi tecnici.
RUOLO Le/I responsabili aziendali ambiente/sostenibilità e i funzionari nella pubblica amministrazione esprimono e implementano le politiche ambientali dell’organizzazione per la quale lavorano in posizione dirigenziale o integrata alle funzioni manageriali. L’attività è associabile ai seguenti tipo di profili lavorativi: - manager ambientale: ESG (Environmental, Social e Governance) manager, HSE (Health, Safety and Environment) manager, Energy manager, project manager nel settore green - specialista del controllo di procedimenti ambientali In azienda la/il manager della sostenibilità/responsabile ambiente comunica all’interno e all’esterno l’identità aziendale: è responsabile del monitoraggio dei progressi dell'organizzazione e svolge una funzione di formazione interna attraverso cui diffonde i concetti di sostenibilità e all’esterno comunica il posizionamento dell’organizzazione sui temi della sostenibilità (ESG manager). Per fare questo in azienda promuove tecnologie pulite, individua rischi e opportunità in ambito ambientale, si occupa di pianificazione territoriale, implementa e gestisce fondi strutturali, coordina l’interazione con enti pubblici in processi valutativi in autorizzazioni e procedimenti (es. AUA, AIA, VIA, VAS); verifica il rispetto di normative relative ai processi di produzione ed erogazione dei servizi; redige piani e bilanci di sostenibilità, tiene la contabilità ambientale, è responsabile del sistema di gestione della qualità, della sicurezza e dell'ambiente nell’azienda, implementa gli standard di qualità relativi agli aspetti ambientali, salutistici e di sicurezza dei prodotti, analizza le offerte dei fornitori in chiave ambientale. In ambito pubblico la/il responsabile ambiente è inoltre un funzionario che svolge funzioni di pianificazione, istruttoria, vigilanza, controllo e autorizzazione di procedure ambientali e più nello specifico: - istruisce procedimenti quali l’autorizzazione unica ambientale, l’autorizzazione integrata ambientale; - istruisce procedimenti con approccio informato e partecipato come la valutazione di impatto ambientale (VIA); - esprime pareri sulle emissioni in atmosfera, nelle acque e nel suolo, sullo stato dell’ambiente marino-costiero; - progetta e sviluppa sistemi di controllo e salvaguardia dell’ambiente costiero; - integra la componente ambientale e/o marino-costiera nei piani e processi decisionali degli Enti locali; - segue l’integrazione ambientale di fondi strutturali, anche in attinenza all’ambiente costiero; - esamina l’acquisizione di beni e servizi, in funzione dell’impatto sull’ambiente e dell’analisi del ciclo di vita; - gestisce il sistema di raccolta dei dati ambientali.
Per lo sviluppo delle funzioni descritte, al manager della sostenibilità sono richieste le seguenti competenze ed abilità: - conosce, seleziona ed elabora opzioni di gestione in ambito ambientale in connessione con i traguardi delle agende internazionali (es. Agenda 2030); - utilizza le migliori metodologie disponibili; - Mappa, associa e rappresenta funzioni di produzione in connessione con aspetti ambientali dell'azienda e le funzioni di governance, innovazione sociale e di sostenibilità ambientale; - comprende e sa rispondere agli adempimenti di natura ambientale; - comprende ed è in grado di prevedere le ricadute dell'applicazione di piani / programmi / misure varate e implementate dai regolatori e in generale delle normative a carattere ambientale ; - rappresenta condizioni ambientali, pressioni/impatti e vulnerabilità attraverso sistemi informativi territoriali; - formula giudizi sulla qualità ambientale sulla base delle misure e di informazioni contestuali; - interpreta in modo critico ed imposta autonomamente un rapporto di impatto ambientale; - è in grado di misurare e condensare le informazioni in indicatori delle prestazioni ambientali dell’organizzazione cui appartiene; - è in grado di comunicare le prestazioni ambientali dell’organizzazione cui appartiene; - dirige e gestisce progetti che prevedono l’applicazione di tecniche e tecnologie relative a sistemi produttivi e processi che riguardano, ad esempio, la produzione di rifiuti, la gestione di emissioni atmosferiche, la progettazione di materiali, sostanze e processi alternativi. Nell'Ente Pubblico, opera in diretto contatto con professionisti di diversa formazione quali: economisti, avvocati, ingegneri, comunicatori ambientali, dottori in scienze forestali, biologi, chimici, dottori in scienze politiche, architetti e geometri.
L’attività è svolta in aziende operanti in vari settori, anche a forte internazionalizzazione nel campo dell’energia, rifiuti, chimica, infrastrutture, trasporti, mobilità, alimentare, ecc. In enti pubblici si esprime prevalentemente nel ruolo di funzionario o dirigente posizionati in enti a carattere locale-territoriale (es. Comuni, Regioni, Autorità di Bacino, ecc.), enti pubblici gestori di opere pubbliche, infrastrutture di rete, trasporti, agenzie di prevenzione, protezione e controllo (es: ARPA).
RUOLO Il ruolo delle professioniste e professionisti in analisi, valutazione, pianificazione educazione e comunicazione della transizione ecologica in libera professione, studi di consulenza, organizzazioni governative e non governative è quello di supportare le decisioni che riguardano la sostenibilità ambientale, anticipando e valutando ricadute/impatti/rischi di progetti specifici, interventi e più in generale di politiche sia in senso tematico (ad esempio, energia, rifiuti, clima), settoriale (ad esempio industria, agricoltura, servizi) che territoriale. Inoltre, il loro ruolo è quello di comunicare e svolgere attività di formazione, educazione, promozione sulla base delle conoscenze sviluppate. L’attività è spesso connessa a servizi di market intelligence, decision support, consulente ambiente – clima. Analisti e valutatori ambientali utilizzano la modellazione e l'analisi dei dati per identificare punti di forza, debolezza opportunità e rischi associati a progetti, interventi, politiche e comunicano tali informazioni alle parti interessate. Sono esperti di processi valutativi relativi a opere, infrastrutture, piani urbanistici. Per fare questo utilizzano sistemi e modelli di supporto alle decisioni, conoscono e praticano i principi dell’approccio valutativo del ciclo di vita (life cycle thinking) e gli strumenti basati sulla valutazione del ciclo di vita (es. impronta di carbonio, impronta idrica, ecc.). Implementano l’adozione di nuovi indicatori di misura delle prestazioni ambientali, in relazione ai traguardi relativi agli obiettivi di sviluppo sostenibile (Agenda 2030). Conducono studi di settore relativi ad aspetti di sostenibilità relativi a specifiche attività economiche. Inoltre, progettano e gestiscono interventi di conservazione, valorizzazione e ripristino delle risorse ambientali, volti alla salvaguardia del territorio costiero, all’ottimizzazione e alla tutela delle risorse idriche. Sono in grado di predisporre e seguire, per conto dell’organizzazione committente, procedimenti con approccio informato e partecipato quali, ad esempio, le valutazioni di impatto ambientale (VIA). Progettano e promuovono interventi per l’uso di fonti energetiche rinnovabili, economia circolare, conservazione, valorizzazione e ripristino delle risorse ambientali e delle politiche integrate di prodotto. Creano e gestiscono eventi e iniziative di formazione ed educazione in senso tematico, settoriale o territoriale.
Per lo sviluppo delle funzioni descritte, al valutatore ambientale sono richieste le seguenti competenze ed abilità: - valutare gli adempimenti normativi in campo ambientale; - rappresentare condizioni ambientali, pressioni/impatti e vulnerabilità attraverso sistemi informativi territoriali; - formulare giudizi sulla qualità ambientale sulla base delle misure e di informazioni contestuali; - interpretare in modo critico ed impostare autonomamente un rapporto di impatto ambientale; - valutare vantaggi e svantaggi relativi alle diverse opzioni di mitigazione degli impatti ambientali in specifici sistemi produttivi anche in connessione ai costi e ai benefici prodotti; - interpretare in modo critico ed impostare autonomamente la rappresentazione di processi produttivi: - interpretare in modo critico ed impostare un’analisi di ciclo di vita - conoscere le sfide globali, le parole chiave, gli standard e i documenti di riferimento connessi alla transizione ecologica; - valutare gli impatti di attività e servizi. Inoltre, è in grado di lavorare in gruppo interdisciplinare e di relazionarsi ed interagire con altri laureati: nell’impresa privata, con lo staff direzionale aziendale, con il responsabile ambiente sicurezza, con ingegneri, chimici e diplomati; nell’impresa di consulenza, con laureati in Scienze Ambientali, Chimici, Biologi, Ingegneri, come equipe tecnica spesso affiancata da un legale.
Professioniste e professionisti in analisi, valutazione, pianificazione educazione e comunicazione ambientale principalmente in - università e enti pubblici di ricerca - studi/società di consulenza - organizzazioni di volontariato - fondazioni private - enti pubblici di ricerca - enti e agenzie governative - agenzie assicurative e di prevenzione del rischio
RUOLO Il ruolo delle ricercatrici/ricercatori e delle tecnologhe e dei tecnologi in centri di ricerca è quello di creare conoscenza, innovazione tecnologica e sociale per tutti i temi che riguardano la transizione a modelli produttivi, stili di vita e di consumo sostenibili. Ricercatrici/ricercatori e tecnologhe e tecnologi per la transizione ecologica, partendo dallo studio del funzionamento degli eco-socio-sistemi, sviluppano nuovi sistemi di campionamento, misura, osservazione, monitoraggio, valutazione delle alterazioni derivanti dalle attività antropiche e degli effetti di cambiamenti di sistema. Il/la tecnologo/a industriale in particolare sviluppa tecnologie innovative e nuovi modelli produttivi per mitigare gli impatti ambientali, aumentare l’efficienza e soluzioni per favorire l’adattamento al cambiamento climatico. Contribuiscono a sviluppare politiche e comunicazione di dati e informazioni relativi all’ambiente e ai principi della sostenibilità (es. principio della solidarietà intra-generazionale e intergenerazionale, principio di precauzione, chi inquina paga, ecc.). La figura professionale del ricercatore ambientale può svolgere le seguenti funzioni: - progettare processi innovativi per l’acquisizione di beni e servizi, anche in funzione dell’impatto sull’ambiente e dell’analisi del ciclo di vita; - analizzare con metodiche avanzate e uso di criteri innovativi matrici ambientali; - identificare miglioramenti o risoluzione di problemi ambientali partendo da progetti a scala di laboratorio, con presupposti estendibili a scala reale; - progettare e sperimentare azioni di monitoraggio ambientale, integrando le conoscenze nelle diverse discipline biotiche ed abiotiche. Il laureato magistrale può svolgere attività nelle sezioni di ricerca e di processo.
Per lo svolgimento delle funzioni descritte al ricercatore ambientale coinvolto in attività di ricerca e sviluppo sono richieste le seguenti competenze e abilità: - analizzare la letteratura scientifica in maniera critica, ricavandone gli aspetti degni di approfondimento; - scegliere le metodologie più adeguate e performanti per raggiungere i risultati attesi; - sviluppare nuovi processi di chimica sostenibile, metodi analitici e nuovi materiali per processi puliti e sostenibili; -sviluppare modelli dinamici per la valutazione della diffusione di tecnologie e misurare l’effetto del cambiamento di comportamenti che hanno un impatto sull’ambiente; - utilizzare ed integrare tutte le conoscenze acquisite in una prospettiva ambientale; - progettare e realizzare attività sperimentali innovative e sostenibili; - ottimizzare le attività svolte applicando metodi statistici, sia a livello di ricerca che di sviluppo; - valutare la migliore tecnica analitica o il migliore processo ed ottimizzarne l’applicazione. Oltre alle competenze sopra descritte, il ricercatore ambientale ha: - autonomia, iniziativa, capacità di integrazione ed intuizione; - rigore scientifico e conoscenza di aspetti socio-economici e giuridici; - propensione al lavoro di gruppo e buone doti di comunicazione; - propensione e curiosità per un continuo aggiornamento delle conoscenze conoscitive e tecniche; - elevata capacità organizzativa e gestione efficiente del tempo; - buone capacità di relazionarsi e interagire con esperti di ambiti disciplinari diversi, così come relazionarsi con persone di diversa provenienza culturale; - capacità di inserirsi in contesti internazionali.
Operano principalmente - in centri di ricerca pubblici - in centri di ricerca privati di imprese e ONG, fondazioni a carattere nazionale e internazionale