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EUROPEAN HERITAGE DAYS – Condividi la mia passione: il valore civile dell’impegno per l’arte

Articolo redatto da Silvia Gurnari, Costanza Morera ed Elena Squadrito per la rubrica CollegARTI in occasione degli European Heritage Days del 2017.

15 settembre 2017

 

European Heritage Days

Condividi la mia passione: il valore civile dell'impegno per l'arte​

Silvia Gurnari, Costanza Morera ed Elena Squadrito

 

Il 15 settembre 2017 il Dipartimento delle Arti ha ospitato nel complesso di Santa Cristina e in partenariato con il DISCI (Dipartimento di Storia Culture e Civiltà) una serie di iniziative in occasione degli European Heritage Days. Promossi, dal 1991, dal Consiglio d’Europa con l’appoggio della Commissione Europea, hanno lo scopo di affermare la centralità dell’arte all’interno della società attraverso lo scambio e il dialogo tra i diversi Stati europei partecipanti a questo progetto culturale. 

Infatti durante le Giornate europee del Patrimonio musei, fondazioni, gallerie e associazioni culturali aprono gratuitamente le proprie porte ai cittadini dando loro la possibilità di accedere in modo privilegiato al ricchissimo patrimonio storico-artistico diffuso sul territorio.

Il Corso di Laurea Magistrale in Arti Visive ha così organizzato una giornata dedicata alla riflessione sulla valorizzazione e la tutela del patrimonio artistico e archeologico presente nel nostro Paese, sottolineando la necessità di un impegno civile che deve essere assunto dalle istituzioni ma lascia ampio spazio all’azione e alle iniziative dei singoli cittadini e, in particolare, ha voluto mettere l’accento sulla centralità che, in questo percorso, spetta ai giovani, testimoni del nostro futuro.

L’evento è cominciato dalla mattina con visite guidate aperte al pubblico, libere, gratuite e dirette dagli studenti che hanno raccontato la storia del complesso di Santa Cristina: un patrimonio monumentale vissuto tutti i giorni da loro come luogo di formazione, ma interessato anche da una lunga storia che dal Medioevo arriva ai giorni nostri e si intreccia con la storia stessa della città di Bologna.

Sempre durante la mattina è stata organizzata una serie di talks con protagonisti gli studenti dei Corsi di Laurea in Arti Visive e Archeologia dell’Università di Bologna. In occasione di questa manifestazione infatti, come hanno sottolineato le professoresse Sandra Costa e Antonella Coralini presentando la giornata, si è voluto dar vita ad un momento di condivisone e confronto tra dipartimenti e aree di studio che, pur con diverse modalità ed interessi, si muovono per il raggiungimento di obiettivi comuni.

Tra gli scopi della giornata vi era infatti quello di consentire agli studenti un momento di confronto con altri giovani che, pur con diverse inclinazioni, condividono le stesse passioni e si impegnano con il medesimo entusiasmo nello studio, nella ricerca e nella valorizzazione di ciò che sta loro a cuore, con la volontà anche di creare un collegamento per proficue collaborazioni future. Tale varietà di partecipanti ha portato un altrettanto variegata tipologia di contributi.

Gli studenti di archeologia hanno presentato i risultati delle ricerche nelle quali sono attualmente impegnati svelandone i retroscena e aprendo finestre di riflessione su alcuni argomenti legati ai loro lavori, inerenti tematiche quali i problemi di conservazione e valorizzazione della pittura antica, la lettura del frammento o l’importanza dello studio dei pastiches per l’arte antica.

Durante gli interventi proseguiti anche nella prima parte del pomeriggio gli studenti del Corso di Laurea Magistrale in Arti Visive hanno presentato argomenti che li hanno appassionati inerenti l’ambito storico-artistico, toccando una grande vastità di temi. Solo per citarne alcuni si è passati dagli effetti della Controriforma sulla pittura nella città di Bologna e l’interpretazione che ne ha dato Francesco Arcangeli, alla rappresentazione dell’ideale classico di bellezza in Guido Reni, per giungere a questioni legate alla mediazione, analizzando il rapporto tra l’opera d’arte e il fruitore e come questo sia cambiato nel corso del tempo, o sottolineando, ad esempio, come oggi si possa parlare di “opera collettiva”, fino al contemporaneo più vicino a noi con un intervento sulla figura di Christian Boltanski e la fotografia.

La seconda parte del pomeriggio è stata dedicata ad una tavola rotonda sul tema della conservazione e della tutela del patrimonio, a cui hanno partecipato i rappresentanti di istituzioni di carattere nazionale, come il FAI (Fondo Ambiente Italiano), la Federazione Italiana Amici dei Musei, Italia Nostra, e locale, attive nel panorama bolognese, come la Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna (Carisbo) e l’Accademia degli Indomiti.

La professoressa Costa, che ha moderato l’incontro, ha introdotto i relatori sottolineando non solo l’importanza delle attività svolte ma, soprattutto, che trattasi per ognuno di loro di un impegno cui si dedicano per sole ragioni di passione civile, a prescindere dai rispettivi incarichi professionali.

Istituzioni ed enti partecipanti al dibattito, pur con identità e finalità differenti, sono tutti coinvolti nell’impegno per la cultura e per la tutela del patrimonio: raccontando i loro programmi, le varie voci presenti alla tavola rotonda hanno dato vita a un confronto e a un dialogo tra realtà diverse e complementari campi d’azione. 

L’affresco del patrimonio italiano descritto dai vari partecipanti delinea una realtà molto ricca ma che necessita dell’impegno costante di enti e fondazioni, coadiuvati dalla presenza attiva sul territorio delle istituzioni pubbliche e governative e dalla partecipazione diretta dei cittadini. Se prendiamo ad esempio FAI, FIDAM e Italia Nostra si può notare come, proprio per quel che riguarda la tutela del patrimonio, condividano una simile modalità operativa, che parte dalle realtà locali per giungere a una struttura d’impianto nazionale. Infatti, come ha affermato Italo Scaietta, Presidente della FIDAM, le realtà territoriali agiscono in autonomia ma si coniugano in un percorso comune di confronto più ampio attraverso la federazione.

Questa possibilità di operare in un orizzonte nazionale è sicuramente una caratteristica di vitale importanza per tali organizzazioni. In merito Jadranka Bentini (Presidente di Italia Nostra Emilia Romagna), ripercorrendo la storia della legislazione sui beni culturali, ha sottolineato come una delle funzioni di Italia Nostra sia proprio quella di porsi come “sentinella” nei confronti delle istituzioni pubbliche per la tutela del patrimonio anche a livello legislativo.

Ѐ stato anche messo in luce dalla professoressa Costa il valore etico delle realtà che hanno un indirizzo strettamente territoriale, per la capacità di instaurare un dialogo diretto con la città e in alcuni casi di dare vita a dei veri e propri circoli virtuosi, come per la Fondazione Cassa di Risparmio, per l’Accademia degli Indomiti e per la realtà di Archeostorie.

Voci diverse hanno restituito così un quadro composito delle esperienze coinvolte sul territorio italiano, tutte unite nell’impegno per l’arte, con finalità diverse a seconda della propria identità.

Si è trattato di un giornata frutto di duro lavoro per gli studenti, che hanno avuto la possibilità di condividere l’impegno e la passione che mettono nei loro studi, di sottolineare il rapporto ineludibile che vi è tra le nuove generazioni e il patrimonio storico-artistico, ma soprattutto di confrontarsi con chi si impegna ogni giorno per far sì che la bellezza che ci circonda sia riconosciuta.

Tanti i temi affrontati e tante le voci che hanno preso parte con l’unico grande scopo di sensibilizzare ogni cittadino alla tutela del patrimonio artistico intorno a noi che ha bisogno di essere conservato e valorizzato per continuare a raccontare chi siamo stati, chi siamo e chi saremo.