Venerdì 10 novembre 2017 si è tenuto nell’Aula Magna del complesso di Santa Cristina il primo Atelier di formazione alla ricerca dell’anno accademico 2017-2018 riservato agli studenti della Laurea Magistrale in Arti Visive. Durante l’appuntamento, presentato dalla Coordinatrice del Corso di Laurea Magistrale prof. Sandra Costa, il prof. Francesco Benelli, docente di Storia dell’architettura, insieme al dott. Maurizio Morini, tecnico informatico del dipartimento, ha illustrato agli studenti le funzionalità e le potenzialità del Getty Scholars’ Workspace.
Nel 2016 il Getty Research Institute di Los Angeles ha adattato la piattaforma open source Drupal alla ricerca nell’ambito della storia dell’arte creando così il Getty Scholars’ Workspace. Questa piattaforma online serve a fornire servizi cloud per la scrittura e la ipertestualità, oltre che l’utilizzo di contenuti di varia natura (testi, immagini, etc.), nell’ambito della ricerca scientifica, da parte di più utenti.
Agli studenti è stato illustrato il funzionamento dello strumento, utile ad esempio per la stesura delle tesi di laurea e per la loro correzione da parte dei relatori. Il Getty Scholars’ Workspace consente di avere a disposizione tutti i materiali della ricerca (immagini, fonti, testi anche in più versioni, etc.) accessibili su un’unica piattaforma. Un simile spazio di lavoro virtuale permette l’archiviazione di questi molteplici contenuti e la loro visione e modifica a tutti gli utenti collegati ad una stessa ricerca.
Francesco Benelli nell’ultimo anno ha collaborato al progetto Digital Serlio della Columbia University che ha visto il coinvolgimento di numerosi studiosi internazionali per digitalizzare alcuni manoscritti di Sebastiano Serlio e renderli accessibili on line, tra gli altri, sul Getty Research Portal. Anche in ragione di questo impegno gli è stato affidato lo user testing del Getty Scholars’ Workspace utilizzabile a supporto delle tesi di laurea, a partire da questo anno accademico e ad esclusiva disposizione degli studenti dei dipartimenti di Arti Visive e Ingegneria dell’Università di Bologna. Per servirsi del cloud questi dovranno richiedere le apposite credenziali al prof. Benelli o al dott. Maurizio Morini specificando quale sia il progetto al quale vogliono collaborare, considerando che ad ognuno – tesi di laurea ma anche articoli o tesine – possono partecipare diversi utenti, per esempio lo studente, il relatore e l’eventuale correlatore, oppure gruppi di studenti nel caso di studi collettivi.
Il vantaggio di questo spazio multimediale è che, oltre alla condivisione e alla modifica simultanea del materiale, gli elementi di ogni progetto di ricerca possono essere indicizzati automaticamente. Inoltre si possono stabilire collegamenti interni tra le varie parti ed elaborare annotazioni approfondite. Aprendo una pagina manoscritta all’interno del Workspace è possibile, ad esempio, collegare la scansione del verso, inserire la trascrizione del testo o versioni in diverse lingue, ma anche aggiungere etichette e commenti su particolari indicati all’interno di un’immagine. Oltre a inserire contenuti visivi, aggiungere note e redigere una bibliografia, si possono creare un glossario specifico e una lista di tag, parole chiave che fungono da marcatori. Le modifiche apportate dai diversi utenti coinvolti in un progetto possono essere visualizzate mediante una modalità cronologica. Un’altra funzionalità permette di creare una o più linee del tempo affiancabili e confrontabili, in quanto il sistema ordina automaticamente in un grafico lineare i passaggi nel testo contrassegnati da una data.
Il Getty Scholars’ Workspace fornisce una chat tramite la quale gli utenti possono risolvere problemi contestuali alla ricerca e modificare il progetto di comune accordo. Inoltre consente attualmente di caricare fino ad un centinaio di immagini in alta risoluzione per singolo progetto e di aprirne fino a venti contemporaneamente per poterle confrontare. Il sistema è in lingua inglese ed è protetto: qualsiasi immagine o file vengano salvati non potranno essere visualizzati se non previa autorizzazione.
Il prof. Benelli ha riferito l’attenzione del Getty Institute per le recensioni degli studenti sull’utilizzo della piattaforma, nell’ottica di uno sviluppo continuo, dato che la versione attuale non è che la ‘1.1’. Il Getty Scholars’ Workspace risulta un’occasione importante di confronto e sperimentazione per gli studenti di Arti Visive, in vista del lavoro che li attende. L'interesse di coloro che vorranno provare questa piattaforma porterà certamente a maturare un punto di vista su questi strumenti digitali - che sono ormai consolidati supporti alla ricerca scientifica – utile per adattarne e implementarne le odierne potenzialità in vista di articolazioni sempre più sofisticate. Il Getty Institute si inserisce in questa naturale evoluzione delle tecnologie con l'apertura dei suoi sistemi a nuove utenze, delle quali l'Università di Bologna si pone come avamposto.