18 novembre 2013
Kinodromo Europa Cinema – Via Pietralata, 55/a
Verità di specchi – La (dis)informazione nel caso Aldrovandi (2008)
a cura di Francesco Merini; realizzato da: Fina Bianco, Doris Cardinali, Alberto Gemmi, Matteo Ferrarini, Marco Leoni, Silvia Rossi; durata: 5' ca.
Breve resoconto sull'omicidio Aldrovandi che isola e mostra la distorsione dei fatti, la disinformazione creata sulla vicenda dalle numerose voci attorno al caso, attraverso varie strategie: da una dedica recitata dal poeta e scrittore Roberto Pazzi all'intervista diretta alla madre di Federico. Un documentario di denuncia e dal taglio particolare, presentato alla festa di Liberazione di Roma, a Bologna ai Mondiali Antirazzisti 2008 e al Laboratorio Scossa di Modena.
Offscreen – L'altra faccia dello spettacolo (2010)
regia di Paolo Angelini; scritto da Paolo Angelini, Leonardo Mantovani, Luca Colnaghi, Alfonso Mastrantonio, Aldo Romanelli; direttore della fotografia: Gianmarco Rossetti; scenografia di Metello Orsini; montaggio di Paolo Marzoni; con Christian Iansante, Nicoletta Della Corte, Leonardo Mantovani, Emanuela D'Amico, Franco Mannella, Giuliano Catani, Dario Oppido, Laura Gigante, Anne Eyer; durata 8' ca.
Presentato all'Ozu Film Festival, il corto ci parla di un uomo «corrotto che tiene le fila del mondo dello spettacolo come un Lele Mora più tamarro e meno amante del bianco». Il dietro le quinte di quel magico mondo che incanta, l'altra faccia dello spettacolo.
Faccio il DAMS (2011)
riprese e montaggio di Simone Monteleone e Alessio Gonnella; supervisione riprese e montaggio: Stefano Daniele Orro, Federico Tovani; musiche originali di Marciano Murgo; durata 8' ca.
Il DAMS visto dai suoi stessi studenti nel 40° anno dalla sua nascita. In questo viaggio fatto di interviste vengono sottolineate le differenze da allora e soprattutto le motivazioni che spingono oggi i giovani a sceglierlo, seppur nelle ovvie difficoltà che una laurea umanistica come questa comporta nell'immediato futuro.
Loop live e Live edit (2011/12)
a cura di Basmati A.C.; realizzato da: Aida Bao Pena, Albert Batlle Valero, Francesco Belli, Marco Borghi, Isabel Castano Garcia, Smyrni Chrysavsi, Caroline Crystofoli, Marceline Daucourt, Julie De Moyer, Martina De Polo, Marie Duchemin, Fatima Fernandez, Arantzazu Fuertes Prada, Annamaria Imperiale, Kerstin Kater, Susana Legero, Beatrice Loske, Davide Mazzoni, Christian Placì, Rosa Rosano Rodriguez, Enrico Maria Tarantino, Francesco Saverio Valentino, Carmelo Vazzana, Audrey Vigoroux, Estefania Villanueva Hernandez; durata: 12' ca.
Lavori d’indagine sulle possibilità espressive non analogiche presenti nella realtà quotidiana: su forme e suoni come elementi altri di narratività possibile, rispetto alla forma tradizionale di pensiero creativo derivata dalla scrittura nella sua modulazione più classica.
L'anno Nuovo (2012)
a cura di Stefano Daniele Orro; con Stefano Volpe, Serena Cerè, Maria Elena Piccinini, Stefania Mangiacotti, Diana Poletti, Laura Tejero; scritto, diretto, fotografato e montato da Martinaa Albanelli, Nicola Marinelli, Matteo Picardi, Maria Elena Piccinini, Diana Poletti, Nicola Santoro, Giulia Scatasta, Mattia Simioni, Laura Tejero, Renato Vacca; assistenza tecnica di Federico Tovani; musiche originali di Gianmario Merizzi; post-produzione: Fabio Regazzi; durata: 11' ca.
Una delicata storia sul passato e il futuro, su chi non riesce a liberarsi dai suoi fantasmi e perciò rischia di fermarsi proprio il giorno in cui tutto potrebbe cambiare.
Rave of the Living Dead (2012/13)
a cura di Lucia Tralli; realizzato da: Luca Pagliari, Emanuele Amaduzzi, Enrico Masi, Jacopo Molè, Lola Adam, Yuck Wang, Stefano Procopio; durata: 5' ca.
Video realizzato attraverso il mash-up di materiale audiovisivo pre-esistente. Attraverso questo processo di ricombinazione e rielaborazione applicato su un “oggetto” di cultura pop come gli zombi, il risultato è un vero e proprio hacking: un uso specifico di creatività e immaginazione volto alla ricerca della conoscenza. I morti viventi, estrapolati dal loro contesto narrativo, diventano così qualcosa di molto più vicino alla nostra realtà.
Bologna Crazy Machine e Love Food – Food Love (2012/2013)
Bologna Crazy Machine: a cura di Marta Martina e Piero Di Domenico; realizzato da Giovanni Azzali, Giulio Capannelli, Merve Erdem, Sophia Jakabffy, Lorenzo Latini, Tommaso Monaci, Nicolò Ometto, Andrea Spazzoli, Luigi Zambonelli; supervisione tecnica di Stefano Daniele Orro, Federico Tovani; durata 35'' ca.
Love Food – Food Love: a cura di Marta Martina e Piero Di Domenico; realizzato da Greta Biolcati, Sofia Campanini, J.P. D'Avino, Paolo Mercadante, Marco Piras, Federico Pupeschi, Davide Sberna; supervisione tecnica di Stefano Daniele Orro, Federico Tovani; durata 2' ca.
Risultato di una cooperazione tra Fabrica (il centro di ricerca sulla comunicazione del gruppo Benetton) e il corso di laurea Dams, i due corti sono “andati in onda” sulle vetrine del marchio rispettivamente a Bologna e a Milano. Il primo gioca con gli status symbol della città emiliana tramite un folle e divertente percorso immaginario; il secondo è una contrapposizione ironica e riflessiva tra coloro che variano i generi alimentari secondo le stagioni e coloro che al contrario si affidano costantemente al cibo-spazzatura.
Via Petroni 1/A (2013)
a cura di Enza Negroni; realizzato da Andrea El Sabi, David Lucido, Francesco Ruzzier, Giuseppe Fara, Mimmo Fuggetti, Xiang Li; con Alessandro Salentino, Orazio Russotto, Andrea El Sabi, Xiang Li, Mimmo Fuggetti; durata 6' ca
Tramite un tipico misunderstanding narrativo, viene costruito un simpatico gioco di cliché sulla città di Bologna, a colpi di pizza (non lasagne) e bici.
Urban Jungle e HUB (2013)
Urban Jungle: a cura di Michele Mellara e Alessandro Rossi; realizzato da Giorgio Anelli, Sara Bertuccioli, Paolo Marzocchi, Carlotta Calzolari; supervisione tecnica di Stefano Daniele Orro, Federico Tovani, Francesca Sticchi; durata 3' ca.
HUB: a cura di Michele Mellara e Alessandro Rossi; realizzato da Adrian Amoros, Stefano Bazzano, Chiara Danisi, Mattia Mancini; durata 4' ca
Che cos'è Bologna? Se lo sono chiesti gli autori di Urban Jungle e l'hanno chiesto anche a vari volti bolognesi e non. Gioventù, cultura e molto altro sono le caratteristiche di una città che “quando ti prende non ti molla più”. HUB, al contrario, tratta un contesto molto più piccolo e sconosciuto come quello del centro culturale “Senza Filtro”, di cui ci parla il presidente dell'associazione “Planimetrie Culturali”, Werther Albertazzi.
East of the Sun West of the Moon (2013)
realizzato da Marianna Vas e Nianxin Zhang; durata 3' ca.
Cinque voci, una sola favola: un racconto metaforico che prende vita e assume colori attraverso i differenti accenti dei protagonisti, che come le autrici del corto sono lontani dalla terra d'origine.
Sanam (2013)
Regia e soggetto di Narges Bayat e Xue Yao; con Sanam Naderi e i partecipanti del workshop “Mapping the difference”; sceneggiatura di Xue Yao; con il sostegno di: Presidenza del consiglio dei ministri-Dipartimento della gioventù, Comune di Bologna, Flashgiovani, Centro interculturale Massimo Zonarelli, Associazione culturale iraniana, Compagnia dei rifugiati presso ITC teatro di San Lazzaro Bologna; durata: 25' ca.
Sanam, da 9 anni a Bologna, è una ragazza iraniana che ama viaggiare. Ma appunto viaggiare significa muoversi liberamente e non essere costretta. L'unica via d'uscita è perciò lo spettacolo: trovare una propria strada che possa coincidere con l'esigenza di esprimersi e convivere con quella di sopravvivere.
Un gesto di gentilezza
scritto e diretto da Riccardo Frati; con Francesco Tozzi, Fabio Giuseppe Arcifa, Esther Florinda Bascone, durata 3' ca.
Un gesto di gentilezza è un atto dovuto o un atto di fede? È meglio riceverlo spontaneamente o pretenderlo anche al costo di mentire a se stessi? Chissà, forse conviene non starci troppo a pensare...
Testi a cura di Gabriele Prosperi e Giulia Zen
Blog FuoriCorso, fuoricorsoblog.wordpress.com