Nell'ambito del progetto de La Soffitta 2018 | Teatro
A cura di Roberta Ferraresi
Tre attrici per Bergman. Sussurri e grida
05/12/2018 dalle 21:00 alle 23:00
Tavola rotonda: "Bergman e i suoi attori. Fra cinema e teatro"
06/12/2018 dalle 15:00 alle 17:30
“Il mio mestiere è il teatro”, amava ripetere Ingmar Bergman, dichiarando un legame con il mondo delle arti sceniche che, oltre a segnarne gli esordi, contrappunterà significativamente la sua intera carriera. Più noto come uno dei maggiori registi cinematografici del Novecento, capace di incidere radicalmente sulla “settima arte” con un percorso che attraversa tutto il secolo fino a toccare il nuovo millennio, Bergman infatti è stato per tutta la vita anche drammaturgo, regista e direttore teatrale.
Se non si contano i riferimenti espliciti all’interno del suo lavoro cinematografico – il primo lungometraggio, Kris (1946) si apre non a caso con la frase “si alzi il sipario”, mentre la sceneggiatura de Il settimo sigillo (1956), il primo grande successo, viene da un suo atto unico, e rimane emblematico il teatrino dei burattini di Fanny e Alexander (1982), rimando dichiarato all’imprinting del regista – la tematizzazione del discorso teatrale in Bergman si articola anche a un livello più profondo e, all’interno del suo percorso, il dialogo fra cinema e scena costituisce uno dei tratti distintivi di natura poetica, tecnica ma anche più ampiamente teorica ed etica, di vita.
Al centro, quale territorio elettivo di contaminazione fra i due “mondi” sta senza dubbio la figura dell’attore – o, meglio, dell’attrice, vista la pregnanza della figura femminile nell’universo bergmaniano. Ed è questo il fulcro intorno a cui ruota il progetto che dedichiamo al regista nel centenario della nascita, volto a indagarne l’opera fra teatro e cinema nella pratica – con uno spettacolo ideato da Vanda Monaco Westerståhl – e dal punto di vista storico-teorico, con un convegno di studi che coinvolge esperti dell’una e dell’altra disciplina.